Aniello Pappacena è, da poco più di un mese, nuovamente il patron della Sarnese. Per i più apprendere la notizia del suo ritorno a Sarno, da presidente del club granata, ha rappresentato in prima istanza un’illusione, un sogno, ricordi ed ambizioni di gloria che non sono mai svanite dalla mente di chi ne ha appreso le qualità umane, professionali ed imprenditoriali. Ciò che poteva sembrare una voce persistente, una fonte di semplice soddisfazione legata ai successi, è diventata realtà con l’incedere dell’estate. Una nuova sfida che si unisce alla determinazione di ritornare sul palcoscenico con tanta grinta e tanta esperienza in più. Il suo ritorno non ha avuto bisogno di presentazioni o di promesse così folli. A suo dire, dopo quarant’anni si è formalizzato il matrimonio con la Sarnese, dopo un fidanzamento longevo e mai infranto: probabilmente a tale affermazione si unisce l’affetto che i sarnesi corrispondono al suo nome, alla sua famiglia e alla sua intera gestione passata. Un affetto che, anche in questo caso, come dimostrato dal grande entusiasmo della popolazione sarnese, non si è mai spento e forse mai si spegnerà. La scelta di riprendere le redini del calcio sarnese è stata accolta con una sorpresa emozionante ad opera di un gruppo ultras composto da giovani e da vecchi sostenitori dal cuore granata: un gesto nobile, probabilmente non per cuori deboli, illuminava la dimora e il circondario del presidente, in quel di Sarno, il 27 giugno. Il primo gesto d’amore recava tali note su uno striscione da libro cuore: “Realtà e continuità, Pappacena ci accontenterà. C’è solo un presidente”.
Un’atmosfera affascinante, da amore vero, un legato indissolubile che ora ha la forza di rinsaldarsi. E se è vero che certi amori non finiscono, bensì fanno dei giri immensi e poi ritornano, come ci cantava Antonello Venditti, allora forse è il caso di tornare a realizzare, ad occhi aperti, quello che può dare Pappacena all’intero calcio di Sarno. Oltre a descrivere ciò che questa proprietà sarà in grado di allestire per riportare a far emergere il calcio nel suo ruolo di volano principale per lo sviluppo della cittadina, è opportuno analizzare quali saranno le tre caratteristiche della nuova gestione di Pappacena: esperienza, professionalità e riconoscenza. Saranno questi i tre pilastri su cui si baserà l’attività e il progetto in toto, plasmato ad immagine e somiglianza del patron. Non a caso si è di fronte ad un organigramma societario in grado di poter garantire queste armi vincenti. Il messaggio principale, trapelato dagli addetti ai lavori, dalle prese di posizione mai banali e categoriche, è in effetti molto semplice: lavorare al fianco di Aniello Pappacena significa essere come lui, apprenderne lo spessore umano e rivolgerlo al prossimo, trasmettere agli altri ciò che si è sempre e comunque. Vincere è il risultato sportivo più evidente dall’esterno del campo dal gioco e dai media che raccontano cronologicamente il cammino della nuova Sarnese, ma i successi dovranno dipendere da uno staff che sia in grado di lavorare in maniera eccellente, di riconoscere il lavoro del collega e di riconoscersi responsabile agli occhi dei tifosi. L’Eccellenza sarà il primo gradino verso la risalita, ma il nome della categoria dovrà combaciare con un’eccellenza d’animo, di cuore, di professionalità e di serietà che dovrà legare tutti i tesserati del patron Pappacena, che si servirà, come sempre, dell’appoggio incondizionato e umile della sua famiglia per scrivere altre pagine di storia calcistica.
Antonio Duca
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