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Yeboah: il Khamsin della Sarnese 1926

Il Khamsin è un vento africano, caldo, impetuoso e violento che può raggiungere gli 80 Km/h ed ha un'intensità tale da far aumentare di 10-12 gradi la temperatura delle zone che colpisce. Il nome deriva dall'arabo e significa "Cinquanta", perché una volta arrivato si protrae per circa cinquanta giorni ricoprendo di sabbia e polvere (tra le altre) tutto ciò che lo circonda. Questo alito di vento ha raggiunto anche la cittadina di Sarno, sotto-forma di altre vesti: all'anagrafe è conosciuto come Johnson David Nana Yeboah, sul rettangolo verde è un ruggito africano che spazza via ogni avversario che incontra sul proprio cammino.

L'esterno offensivo classe 1995, nato ad Accra, capitale del Ghana, sta incantando tutti con prestazioni di primissimo livello. E se prima del giro di boa preferiva gli assist alle reti, da quando ha iniziato a segnare ha deciso di non smettere più. Sono già 17 le marcature messe a referto in stagione, 12 in campionato e 5 in Coppa Italia, che lo consacrano come capocannoniere dei granata. Di queste, ben 10 sono giunte in questo scorcio di nuovo anno. Ai goal, che, come dicono gli esperti del settore, vanno soppesati e non semplicemente contati, bisogna aggiungere anche i 6 assist: fotografia chiara e luminosa della pericolosità di questo autentico Khamsin giunto ai piedi del monte Saro. E non a caso i lettori di Eventi

lo hanno eletto come miglior giocatore del mese di gennaio: spodestato Saverio Pellecchia, vincitore del premio per ben quattro mesi consecutivi. Ciò che sorprende di Yeboah è la sua attitudine al lavoro e la resistenza: quando tutti gli altri sembrano essere stanchi ecco che alza i giri del motore, mandando in crisi il reparto difensivo delle varie contendenti, dal calcio d'inizio fino al triplice fischio. È un dato, questo, che rende felici gli allenatori visto che nel campionato in corso Yeboah è stato schierato titolare 26 volte su 26, un en plein di tutto rispetto. Turco prima, Pirozzi e Farina poi, non hanno mai rinunciato alle giocate del loro diamante grezzo: un talento bohemien, anarchico in campo e con sfumature di ribellione agli schemi tattici, dotato di un animo tanto buono quanto letale in campo, che incanta il pubblico di fede granata (e non) a suon di gol, dribbling ubriacanti e scorribande palla al piede. La duttilità come ulteriore punto di forza: l'estroso esterno ghanese può ricoprire con egual efficacia tutti i ruoli del fronte offensivo. Nato ala destra nel corso degli anni è stato impiegato sia sull'out mancino, sia come seconda punta che come unico terminale offensivo. I numeri, per l'appunto, non tengono fede dell'enorme importanza che il diez granata ricopre nello scacchiere della compagine del presidente Aniello Pappacena, anzi, ne sminuiscono il peso specifico: Yeboah viene costantemente raddoppiato e triplicato, ciò consente ad altri effettivi granata di godere di una buona dose di libertà; inoltre, è il calciatore che ha guadagnato più falli di tutti, che ha fatto ammonire più avversari ed è un autentico trascinatore. L'emblema è la finale di Coppa Italia di Eccellenza contro la Puteolana, disputata al Partenio-Lombardi di Avellino il 31 gennaio scorso: nonostante un trattamento speciale ed una condizione fisica non ottimale non ha abbandonato la contesa restando in campo fino (ed oltre) il 120', aiutando i compagni con l'ultimo briciolo di energia rimasto. L'episodio che indirizza lo storico atto finale nasce proprio da un suo guizzo: un lampo ha costretto il pur esperto Rinaldi a ricorrere alle maniere forti ed a terminare anzitempo la sfida per doppia ammonizione. Un leader, quindi, non solo tecnico ma anche emotivo. Stupisce la facilità con cui sceglie la giocata giusta dalla sua ricca faretra: può tirare dritto come un ghepardo sfiorando picchi di velocità assurdi, ma può anche saltare l'uomo con l'eleganza di una tigre del Bengala, calciare e servire i compagni e avventarsi sulle sfere vaganti come un falco sulla preda prescelta. Una vastità di repertorio notevole: destro, sinistro, di testa. Ed ancora: di potenza, di precisione, dentro e fuori area, saltando il portiere o anticipandone le intenzioni. Davvero un lusso per la categoria: un dominatore che sta trascinando la Sarnese in una stagione storica e che non ha alcuna intenzione di fermarsi. Un Khamsin, vero e proprio, che alza spesso il termometro della sfida: proprio come il vento africano.


 

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