La nostra carrellata di interviste con il settore giovanile della nuova società granata ASD Sarnese 1926 si è fortificata con un altro tassello importante. Mario Annunziata, tecnico del gruppo Juniores della Sarnese (U19), ha rilasciato importanti dichiarazioni ad Eventi sul suo ruolo di guida all'interno del gruppo squadra dei giovanissimi granata. Mario è un sarnese DOC e, dopo le tantissime esperienza in panchina, ultima in quel di Cava, ha sposato il progetto e le idee di patron Aniello Pappacena per strutturare al meglio il presente e il futuro della Sarnese.
Ecco alcune risposte fornite in nostri microfoni, sulla base di quattro tematiche relative ad un primo resoconto su questi primi mesi di direzione tecnica.
Buongiorno Mario, da quest'anno con il ritorno di Aniello Pappacena in quel di Sarno, nella sua era 3.0, ha avuto l'onore e l'onere di entrare a far parte nel nuovo progetto targato ASD Sarnese 1926. Attualmente ricopre il ruolo di allenatore della Juniores(U19) dopo le diverse esperienze da allenatore, ultima in quel di Cava. Come è stato coinvolto nel progetto e come ha reagito alla notizia del ritorno di Pappacena, per lei che è un sarnese DOC?
"Buongiorno, innanzitutto colgo l'occasione per ringraziare la società per avermi insignito del ruolo di allenatore della Juniores, sono stato coinvolto tramite il direttore tecnico Antonio Ronga con il quale ho potuto constatare sin da subito la forte volontà della società di iniziare un importante progetto tecnico. Per quanto riguarda il ritorno del presidente Pappacena ho reagito da subito in modo molto positivo, come hai detto tu essendo io un Sarnese doc ed un appassionato di calcio ho ancora in me i ricordi della Sarnese negli anni della presidenza Pappacena e per me farne parte quest'anno rappresenta solo motivo di orgoglio che spero di ripagare con il massimo impegno e lavoro sul campo".
Dopo aver iniziato la preparazione e aver disputato già diverse partite amichevoli, oltre ad alcune sfide ufficiali di campionato, come valuta il gruppo squadra e cosa si aspetta dal futuro?
"Sono molto soddisfatto della rosa che ho a disposizione e credo che si possa fare un ottimo lavoro in ottica futura.Stiamo dando la possibilità a tanti ragazzi del circondario e non di mettersi in mostra e di poter crescere in un ambiente sano, costruendo prima l'uomo poi l'atleta e infine il calciatore lavorando in modo dettagliato. Nello specifico di quest'anno calcistico stiamo lavorando con una rosa costruita per partecipare al campionato juniores sotto età, già in queste prima gare la nostra formazione titolare era composta gran parte da ragazzi nati nel 2007 che spesso si confrontano con rose composte da 2004-2005 appunto per creare un percorso di più anni mirato al raggiungimento della prima squadra".
Nel progetto del settore giovanile è stato introdotto il mental coach Giovanni Savarese, figura di notevole spessore che ha già collaborato in precedenza con alcune realtà sportive a Sarno. Il suo lavoro ha prodotto dei miglioramenti anche da un punto di vista tecnico e carismatico dei ragazzi?
"L'introduzione della figura del mental coach nel calcio di oggi è fondamentale poiché va a lavorare sulla sfera mentale degli atleti permettendo loro di poter sfruttare al massimo le proprie potenzialità. Giovanni Savarese è per noi una figura di notevole importanza e un ulteriore segnale da parte della società di strutturarsi in modo lungimirante, duraturo e di curare tutto nei minimi dettagli.Il suo lavoro con la nostra Juniores sta dando notevoli vantaggi, i primi a dare feedback positivi sono proprio i ragazzi che ad ogni incontro arricchiscono sempre di più le proprie conoscenze".
Quanta differenza c'è nell'allenare una squadra di Senior e una composta totalmente da Under? Quali sono le difficoltà principali?
"Quando si allena una Prima squadra chiaramente le difficoltà sono diverse poiché non si possono curare in modo dettagliato le capacità soprattutto tecniche di ogni singolo atleta, poi il risultato rappresenta il fulcro di tutto mentre se parliamo di settore giovanile il ragionamento è totalmente inverso l'allenatore deve essere più un istruttore e una guida per i ragazzi e deve essere capace di individuare le potenzialità di ognuno di loro aiutandoli a crescere attraverso un percorso mirato, poi il risultato è fine a se stesso, serve più ad aumentare il morale della squadra e a permettere l'allenatore e il suo staff di poter lavorare essendo seguiti in modo ancora più deciso".
Antonio Duca
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