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Pillole di Serie A: quarta giornata

💊 Juve: che fame! Lazio al tappeto con un super Vlahovic. Una Juve famelica, che azzanna la preda sin dalle prime battute dell'incontro. Apre e chiude Dusan Vlahovic, con due goal di altissimo spessore tecnico. Per la vecchia signora a segno anche Federico Chiesa, apparso brillante dal punto di vista fisico nonostante gli acciacchi che lo hanno colpito nel ritiro della Nazionale. Biancocelesti con una fase difensiva da horror ed un Immobile spuntato: pessima la prestazione del neocapitano dell'Italia, totalmente annullato dalla retroguardia bianconera. Goal della speranza, risultata poi vana, del solito Luis Alberto, che approfitta di un regalo in uscita di Bremer. Juve che sale al secondo posto, scavalcando il Milan, a quota dieci punti: un segnale chiaro al campionato, checché ne dica Massimiliano Allegri. Prossimo turno contro il Sassuolo, per dare continuità e spaventare l'Inter capolista. La Lazio, dopo la vittoria di Napoli, ritrova un passo falso che spezza l'entusiasmo: ora testa all'Atletico Madrid, ma urge trovare degli accorgimenti. Chi entra dalla panchina sembra più fresco e spigliato dei titolari: Sarri cambierà mai?


💊 Uragano Inter: Milan spazzato via senza colpo ferire. Un derby senza storie come tutti quelli di questo 2023. Simone Inzaghi sfrutta le debolezze dei rossoneri e gli rifila una sonora batosta: 5-1, un pokerissimo che entrambe le tifoserie non dimenticheranno facilmente. Sorride l'Inter, che sale a quota 12 punti: la squadra di Zhang è un autentico rullo compressore, 13 goal fatti ed 1 solo subito, e la consapevolezza di essere forti che solo le grandi squadre hanno. La stracittadina non ha storie: doppio Mkhitaryan, un capolavoro di Thuram, poi un rigore dell'ex Calhanoglu e la ciliegina di Frattesi sulla torta della festa rifilata a Pioli & co. Siamo ancora alle prime luci del campionato, ma il messaggio è preciso: l'Inter vuole fortemente la seconda stella. In casa Milan ennesimo ko con scarto troppo ampio in questo Annus horribilis. I rossoneri soffrono la fisicità e la tenacia dei nerazzurri per tutti i 90', abbozzano una reazione solo confusionaria che comunque porta alla rete di Leao: una magra consolazione. Pioggia di critiche sul tecnico originario di Parma, reo di non aver rinunciato al suo credo sottoponendo ad una figuraccia preannunciata i due centrali di difesa - per l'occasione Kjaer e Thiaw, vista la squalifica di Tomori e l’infortunio accorso a Kalulu - costringendoli a tenere alta la linea ed a coprire tantissimo campo alle loro spalle: qualsiasi difensore sarebbe andato in difficoltà. Partita studiata male e preparata peggio, a partire dalle marcature e dalle coperture preventive fino alle transizioni offensive: il Milan ha subito gli stessi identici goal dei precedenti derby, sintomo che lo staff tecnico rossonero non riesce ad escogitare una contromisura adeguata. Per fortuna c'è la Champions per rialzarsi subito: ancora a San Siro, ancora davanti al proprio pubblico per ricominciare e riprendere quel percorso di crescita interrotto dalla pesante manita nerazzurra. È tempo di crescere, è tempo di esami e Pioli lo sa bene: un altro passo falso e la sua panchina può cominciare a scricchiolare.


💊 Napoli, dove sei finito? Che partita il Genoa ma la sfida tra violini termina 2-2 È un 2-2 che lascia l’amaro in bocca al Grifone, sovvertendo qualsiasi pronostico della vigilia. I rossoblù di Gilardino tengono testa ad un Napoli in seria difficoltà nella costruzione del gioco, nel creare occasioni e nella solidità difensiva. Garcia, la cui posizione comincia a vacillare, preferisce un calcio che vada più in verticale, ribaltando il credo partenopeo che nella scorsa stagione è stata l’arma in più: il palleggio. In questo modo le distanze tra i reparti si allungano ed i centrocampisti del Napoli faticano ad accompagnare e ad arrivare sulle seconde palle. L’impressione di queste prime uscite è che vige un po’ di anarchia tattica visto che molti campioni (da Kvara in giù) stanno cercando di risolverla individualmente con una giocata estemporanea, e che ci sia poca serenità nell’ambiente. Bene, però, la scossa portata dagli ingressi di Raspadori e Politano, che regalano il 2-2 agli azzurri. Partita super ordinata ed attenta per il Genoa, a cui però, nonostante il doppio vantaggio, non riesce il colpo grosso: il ritorno dei campioni in carica è veemente ma ciò non toglie che nella sfida tra violini sia quello di casa ad aver incantato di più. Per il grifone davvero un ottimo inizio di campionato: il calendario proponeva Fiorentina, Lazio, Torino e Napoli, un avvio proibitivo per una neopromossa ma Gilardino ha saputo dare coraggio ed una precisa identità tecnico-tattica. Contro la sorpresa Lecce, venerdì, per andare a caccia di punti importanti in chiave salvezza. Per il Napoli sarà importantissimo non fallire l’impegno in Champions contro il Braga: un altro passo falso potrebbe portare la proprietà a fare delle scelte importanti sul tecnico francese.


💊 Pareggio ad occhiali tra Cagliari e Udinese Alla Unipol Domus Arena, Cagliari e Udinese non si fanno male: un punto a testa che accontenta un po’ tutti, nonostante le occasioni da goal non siano mancate. Per i sardi, ottima prestazione del portiere Radunovic, tanto criticato per l’errore grossolano di Bologna ma che si fa trovare pronto in diverse occasioni, soprattutto su Lucca nel finale di gara. Bene anche Luvumbo Zito, che svaria su tutto il fronte d’attacco non dando punti di riferimento alla retroguardia bianconera: per l’angolano classe 2002 anche un palo centrato con una rasoiata mancina dal limite. Ancora una volta i due attacchi, che fino ad ora hanno realizzato entrambi una sola rete, palesano difficoltà sotto porta. Manca il killer instinct di Lapadula (infortunato) e Beto (trasferitosi all'Everton), i due tecnici sono ancora alla ricerca di soluzioni offensive alternative. Sia Sottil che Ranieri sottolineano nel post-partita che il goal arriverà, l’importante è avere equilibrio e non lasciarsi trasportare dalla frenesia concedendo campo e spazi agli avversari. Prossimi match saranno impegnativi per entrambe le compagini: alla Dacia Arena i friulani affronteranno la Fiorentina di Italiano, reduce da una bella vittoria contro la Dea di Gasperini. Isolani che sul proprio cammino incroceranno proprio l’Atalanta, in trasferta: una sfida che si preannuncia proibitiva anche se “sir Claudio” ci ha insegnato che nel calcio nulla è impossibile. Leicester docet.


Il Lecce ha un supereroe tra i pali: occhio di Falco(ne) sbarra la porta al Monza. È stata una partita divertentissima tra Monza e Lecce, ricca di occasioni da goal, di episodi arbitrali (discutibili e non) e di tanti altri spunti. Pronti-via è ancora il montenegrino Krstovic ad andare in goal: Almqvist conquista un calcio di rigore (approfittando di un pasticcio difensivo dei brianzoli) ed il 9 del Lecce dagli undici metri non sbaglia. Terzo goal per lui, all’esordio in serie A. Tre reti anche per il “flaco” Colpani, che dialoga con Colombo e trafigge Falcone nell’angolino con un mancino chirurgico, trovando il colpo dell’1 a 1. Da lì in poi succede di tutto: il Lecce resta in inferiorità numerica per un rosso (molto generoso) indirizzato a Baschirotto. I lombardi provano il tutto per tutto e si riversano nella metà campo giallorossa: una sorta di assedio alla porta di Falcone che però sale in cattedra e sventa ogni pericolo, meritandosi il premio di migliore in campo. Quando l’estremo difensore nulla può ecco che arriva il var in suo soccorso. Mischia furibonda in area di rigore, il più lesto è Andrea Carboni che porta in vantaggio i suoi ma dall’on field review si evince una posizione irregolare dello stesso difensore del Monza. Si resta sull’1 a 1. La parità viene raggiunta anche numericamente: Caldirola, autore di una partita tutt’altro che positiva, dopo aver causato il rigore del vantaggio leccese in avvio interviene fallosamente su Piccoli: doppia ammonizione, partita finita anzitempo. È l’ultimo frame di un match super divertente che ha visto il Monza sciupare troppo ed il Lecce conquistare un punto importante nonostante l’inferiorità numerica per oltre un terzo di gara.


💊 La dura legge degli ex: Frosinone show, poker al Sassuolo. È il pomeriggio degli ex allo Stirpe, a cominciare da Di Francesco, che ha reso il Frosinone di talenti freschi e giovanissimi a sua immagine e somiglianza, passando per Pinamonti, che con una doppietta sembra essersi ritrovato ed aver scacciato i fantasmi della scorsa stagione. Le sue reti portano il Sassuolo sul doppio vantaggio. Ci pensa poi Cheddira a riaprire l’incontro conquistando e realizzando un calcio di rigore che accorcia le distanze. Di lì in poi è un monologo dei canarini: sale in cattedra un altro ex della sfida, Mazzitelli, che con un bel destro a volo riporta la sfida in parità. Il centrocampista si ripete poi con un guizzo felino in area di rigore e che vale il sorpasso: 3-2. Il poker è nell’aria: ci provano anche Soulè, argentino in prestito dalla Juventus, ma la sua conclusione si stampa contro il palo, e Garritano, il cui destro in area di rigore scheggia la traversa. Nei minuti di recupero succede di tutto: Turati, estremo difensore del Frosinone e, manco a dirlo, ex neroverde, nega un goal già fatto a Toljan realizzando un vero miracolo che salva la ciurma di Di Francesco. Due giri d’orologio più tardi è ancora un ex ad essere decisivo: contropiede fulminante dei padroni di casa, Cheddira tutto solo davanti a Cragno serve Lirola che deposita in porta vuota. 4-2: Game, set and match. Il Frosinone vola a quota sette in classifica avendo affrontato già Napoli, Atalanta, Udinese e Sassuolo: un avvio monstre che nemmeno il più ottimista dei tifosi avrebbe mai immaginato. Sassuolo ancora una volta rimandato: nemmeno un ritrovato Pinagol può riaccendere una squadra che concede troppo e che si distrae facilmente. Dionisi lo sa: siamo sicuri che troverà la chiave giusta per correre ai ripari senza snaturare il suo credo. Nel prossimo turno, però, arriva la Juventus al Mapei Stadium…


💊 Festival del goal al Franchi: i viola ritrovano il sorriso battendo la Dea Vince meritatamente la Fiorentina di Italiano e ritrova i tre punti in campionato che mancavano dal primo turno contro il Genoa: nel mezzo, un pareggio in rimonta subito dal Lecce e la pesante sconfitta a San Siro contro l’Inter. Passa in vantaggio l’Atalanta con Koopmeiners, l’olandese trova l’angolino che beffa Terracciano. Padroni di casa che non subiscono il colpo e continuano a giocare il loro calcio: sugli sviluppi di una palla inattiva arriva il pareggio con un gran goal dell’ex Bonaventura su sponda aerea di Nico Gonzalez. La rimonta viene completata già nei primi 45’: ci pensa Martinez Quarta, su cross di Duncan, ad insaccare di testa e a far esplodere la Fiesole. La ripresa, però, riserva un altro colpo di scena: Lookman, in procinto di lasciare il campo, si inventa il goal che riporta la sfida in parità. La Fiorentina reagisce ancora e sembra averne di più sul piano atletico: la Dea si aggrappa alle parate di Carnesecchi, ma nulla può il giovanissimo portiere sul tap in vincente di Kouame, entrato dalla panchina, che chiude la sfida sul definitivo 3-2. Vittoria importante per la viola, passo falso della Dea alla seconda sconfitta consecutiva in trasferta. Gasperini è una furia e dovrà fare a meno anche di Scamacca nel match di esordio in Europa League. Per Italiano si tratta di una vittoria dell’orgoglio della squadra: “Non volevamo commettere errori caratteriali uscendo dalla partita e abbandonando la contesa, anche quando siamo stati in svantaggio. Abbiamo fatto quello che sappiamo fare: sono contento di Kouame perché quando un ragazzo entra e segna fa tanto piacere. Significa che il gruppo è unito. Volevamo rialzarci dopo la brutta Fiorentina di Milano: anche se, a onor del vero, l’Inter in questo momento è imbattibile.


💊 Roma sette bellezze, travolto l’Empoli È una Roma davvero esagerata quella che ha travolto il malcapitato Empoli fanalino di coda: un 7-0 senza storie che ha portato all'esonero Zanetti. Ci pensa Dybala dopo pochi secondi ad indirizzare il match: dal dischetto l’argentino non sbaglia. La Joia si ripete con una perla di rara bellezza: finta a rientrare in area di rigore, avversari seduti e portiere battuto senza patemi. L’ex Juventus sfiora addirittura la tripletta: è la traversa a respingere la sua punizione chirurgica. Le altre marcature portano la firma di Renato Sanches, all’esordio in maglia giallorossa, Cristante (che propizia anche un’autorete), Mancini e di Lukaku, quest’ultimo autore di un’ottima prestazione ed accolto con un’ovazione dal pubblico di casa. Finalmente una Roma aggressiva, non rinunciataria, che resta Dybala-dipendente ma che inizia a studiare diverse soluzioni per far male all’avversario: la palla addosso a Lukaku, gli inserimenti delle mezzali, gli esterni che spingono ed il dialogo tra le punte. Un grosso passo avanti nella prestazione. Ottimo esordio anche di N’dicka, che si conferma difensore affidabile. Contro il Torino per l’esame di maturità, nel mezzo la sfida di Europa League contro i moldavi dello Sheriff. Empoli davvero in difficoltà: quarta sconfitta consecutiva, 12 reti subite e ancora 0 nella casella goal fatti. Nella storia della Serie A solo due squadre sono arrivate alla quarta giornata senza aver conquistato nemmeno un punto e senza aver realizzato reti: Mantova 64-65 (retrocesso) e Padova 94-95 (salvo). Una partenza da due in pagella per i toscani, complice anche un calendario non agevole che continua a non sorridergli: nella prossima affronteranno l’Inter, nei più classici dei testacoda. La società però non ha perso tempo: fuori Zanetti richiamato un grande ex Andreazzoli. Obiettivo invertire la rotta!


💊 Toro corsaro all’Arechi. Paulo Sousa, così non va. Nello scontro tra granata all’Arechi, un toro cinico che massimizza le occasioni create, batte la Salernitana 3 a 0 e si porta a 7 punti in classifica dando continuità alla vittoria contro al Genoa. La firma è (quasi) sempre la stessa: Radonijc, che dopo il super goal contro il grifone si ripete a Salerno realizzando una doppietta. Sblocca la partita Buongiorno, che approfitta di una sponda di Zapata e sorprende Ochoa. Uno scherzo del destino: basti pensare che i due calciatori di Juric non avrebbero nemmeno dovuto giocare insieme, visto che era stato imbastito lo scambio sull’asse Torino – Bergamo non concretizzatosi proprio per il rifiuto del centrale difensivo classe 1999 di lasciare il (suo) toro per la Dea: in questo modo, il giovane Buongiorno si è guadagnato il rispetto profondo della sua gente e di tutti gli amanti del calcio in generale. Colui che fece per virtade il gran rifiuto, direbbe Dante. Per la Salernitana un passivo troppo pesante ma che testimonia il momento di difficoltà: il centrocampo fa poco filtro, la difesa va registrata (ben otto i goal subiti) e l’attacco è spuntato. Resta la sensazione forte che senza Dia la squadra perda di profondità e di imprevedibilità: la speranza è che il bomber senegalese torni ad incantare l’incredibile pubblico locale, come sempre migliore in campo. Nel prossimo turno il Toro affronterà la Roma di Mourinho che viaggia a vele spiegate dopo la roboante vittoria contro l'Empoli. Per la Salernitana ancora una sfida interna e dal profumo di salvezza: all’Arechi arriva il lanciatissimo Frosinone di Eusebio Di Francesco.


💊 Verona e Bologna, un punto a testa per muovere la classifica Al Bentegodi, Verona e Bologna non si fanno male, nonostante entrambe ci abbiano provato più volte. Un Montipo’ sugli scudi salva Baroni, ma anche il suo dirimpettaio Skorupski si fa trovare pronto. Il Verona torna a fare punti dopo la sconfitta al Mapei contro il Sassuolo, mentre il Bologna trova il suo secondo pareggio consecutivo dopo quello con la Juventus. Partita che sembrava potesse stapparsi da un momento all’altro: primo tempo ad appannaggio del Verona, nel secondo tempo, invece, è uscita la qualità del palleggio del Bologna. Un punto meritato per entrambe: salgono a quota 5 i rossoblù, 7 punti per il Verona di Baroni. Nella prossima Thiago Motta affronterà un Napoli motivato ed in cerca di punti importanti per avvicinarsi alla vetta, mentre il Verona sarà impegnato al San Siro contro il Milan, reduce da un ko pesantissimo nel derby.




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